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Con il raddoppio del tasso globale di miglioramento dell'intensità energetica dal 2% al 4% l'anno si potrebbero evitare 95 exajoule (EJ) l'anno di consumo finale di energia entro il 2030, l’equivalente dell’energia consumata annualmente dalla Cina. Si tratta di un livello di risparmio in grado di ridurre le emissioni globali di CO2 di ulteriori 5 miliardi di tonnellate l'anno entro il 2030, pari a circa un terzo di quanto occorrerebbe in questo decennio per condurre il mondo sulla strada delle emissioni nette zero entro al 2050.

E’ quanto emerge dall’analisi che l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha presentato durante la Conferenza Annuale sull'Efficienza Energetica in corso di svolgimento a Sønderberg (Danimar-ca), nella quale si sottolinea che, grazie a questi sforzi, le sole famiglie potrebbero risparmiare fino a 650 miliardi di dollari l'anno sulle bollette energetiche entro il 2030 rispetto a oggi. A livello globale si risparmierebbe una quantità di gas naturale pari a quattro volte quella che l’UE ha importato dalla Russia nel 2021, mentre la diminuzione dei consumi di petrolio sfiorerebbe i 30 milioni di barili di petrolio al giorno, circa il triplo della produzione media russa dello scorso anno.

L’analisi Aie sottolinea che questa spinta globale verso l’efficienza energetica contribuirebbe alla creazione di 10 milioni di nuovi posti di lavoro in settori che vanno dalla ristrutturazione degli edifici alle infrastrutture di trasporto. Inoltre, un rapido aumento dell'efficienza energetica sarebbe alla base di rilevanti opportunità in tutti i settori dell'economia mondiale. Entro il 2030, circa un terzo della domanda energetica evitata deriverà dall'impiego di apparecchiature più efficienti, dai condizionatori alle automobili, circa un quinto dall’elettrificazione e dalle auto elettriche, il resto sarà legato alla digitalizzazione e all'uso di materiali più efficienti nell’industria.