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Il MISE pubblica la relazione sulla Situazione Energetica Nazionale nel 2019
Pubblicata l’usuale relazione del MISE sulla situazione energetica nazionale rispetto all’anno appena trascorso. Quest’anno è stata aggiunta al documento un’appendice che registra i consumi energetici nel periodo di lockdown appena trascorso rispetto allo stesso intervallo nel 2019 (gennaio-maggio). Si evidenzia, come prevedibile, una cospicua contrazione dei consumi con picchi di riduzione della domanda energetica soprattutto tra marzo e maggio 2020 (-90% per l’uso di gas e fino a -82% per quanto riguarda la domanda di energia elettrica). Dati simili, nello stesso periodo di riferimento, si mostrano anche per ciò che riguarda la richiesta e il prezzo dei carburanti che hanno subito robuste diminuzioni (fino al 31% in meno, al netto della componente fiscale).
Già per quanto riguarda il 2019, da solo, la relazione porta alla luce una prima riduzione nella domanda di energia primaria rispetto al triennio precedente (2016-2018) che, al contrario, aveva fatto registrare un trend, seppur relativo, di crescita. La fornitura di energia primaria è stata appagata dal ricorso al gas per il 36% del totale, dal petrolio per il 34%, dalle fonti rinnovabili per il 21% e, per il restante 9%, da energia elettrica importata e da combustibili solidi.
Anche la domanda di energia finale subisce riduzioni (-0,5%), con aumenti, invece, per quel che riguardano gli utilizzi abitativi e di trasporto.
Per quel che riguarda l’energia elettrica, si registra un calo di utilizzo pari allo 0,9% rispetto al 2018, con un interessante “boom d’incremento per la produzione eolica” di tale risorsa.
Si evidenzia come i settori più “dinamici” nel 2019 si siano rivelati quelli relativi alle fonti energetiche rinnovabili (FER), all’efficienza energetica e delle infrastrutture del gas, in accordo a quanto previsto dal Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC). Particolarmente rilevante si è rivelato il ricorso alle FER, in grado di assicurare oltre il 18 % del fabbisogno energetico totale nazionale.
I livelli occupazionali offerti dall’implementazione e gestione delle strutture energetiche rimangono pressoché simili all’anno 2018.
Per quanto riguarda politiche, strumenti e misure legati al raggiungimento di più alti livelli di efficienza energetica, si evidenzia come si siano “consolidati i diversi meccanismi predisposti nel corso degli ultimi anni come, ad esempio, i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per la qualificazione energetica degli edifici”. Quantitativamente, grazie a tali misure, sono stati raggiunti risparmi energetici pari a 4,89 Mtep per il solo 2019 e 17,6 Mtep per il lasso di tempo compreso tra il 2014 e il 2019.
Lo studio conferma la necessità di continuare a importare energia per i fabbisogni interni, evidenziando tuttavia come, soprattutto nell’ottica del raggiungimento di una decarbonizzazione per la produzione energetica, una possibile alternativa, ancora una volta, sia offerta dalle FER; ciò è testimoniato, ad esempio, dal crescente ricorso al gas naturale come il biometano, in grado di essere riprodotto e “iniettato” in rete (53 milioni di metri cubi immessi nel 2019).